Gnocchi per l'MTC 59

24. September 2016 21:17 | Stampa

I'm back!

Ma solo per miracolo, perché la mia cucina é, attualmente, un disastro. Voglio dire, piú del solito.

Sono due mesi proprio oggi.

Quando ho detto a mia figlia che oggi sarebbero stati due mesi con gli operai in casa lei mi ha proposto di preparargli una torta per festeggiare. E giá. E con quale cucina?

Mio figlio non capisce perché la sera se ne vanno e non vengono a vivere con noi. Capirai, con tutti quei tools interessanti.

Insomma c'é qualcosa di malato nel fare i lavori in casa, so che la maggior parte di voi mi capirá.

E il peggio é proprio verso la fine, quando devi pregarli di farsi vedere e finire il lavoro, cosí possono scomparire dalla tua casa e dalla tua vita.

Ció nonostante, eccomi qui.

Quando, a luglio dissi a mio marito, che mi dispiaceva non poter partecipare all'MTC di questo mese, lui mi rispose "come se qualcuno ti credesse".

Ed io pensavo davvero di saltare.

Poi ha vinto Annarita.

Ed io ho iniziato a sospettare che avrei fatto i salti mortali per esserci, ed eccomi.

Poi, voglio dire, gli gnocchi!

Come fare a saltare la gara sugli gnocchi!

Sugli gnocchi si dividono due scuole di pensiero: uovo sí, uovo no.

Io sono sempre stata per l'uovo sí, perché mi piace piú consistente, calloso. Non mi piace lo gnocco che si scoglie in bocca.

Ma siamo all'MTC, e si provano cose nuove per cui ho seguito la ricetta di Annarita.

Per tutte le indicazioni sulle patate, le cotture, il tipo di farina da usare, vi rimando al suo post, che definire completo sull'argomento é poco. Anche perché ho pochissimo tempo per scrivere questo post.

Mi concentreró sulle mie due versioni.

Gnocchi di semola alla sorrentina con sugo di baccalá

 


O meglio, io li ho pensati con il baccalá, ma la realtá é che qui il baccalá non c'é, per cui ho utilizzato dell'haddock affumicato che non ha lo stesso sapore, ma ha un sapore bello forte e ci stava bene lo stesso.

Magari voi provateli con il baccalá e mi fate poi sapere come viene, ok?

Poi diciamo anche che questi gnocchi non sono proprio alla sorrentina perché non ho usato fiordilatte ma provola e, per regolamento, non ho potuto ripassarli in forno come invece vorrebbe la ricetta.

Insomma, il titolo é un fake, ma gli gnocchi erano davvero buoni.

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La pizza

14. June 2016 11:25 | Stampa

 

La prima volta che Antonietta vinse l'MTC ero sinceramente felice come se fossi stata io a vincerlo.

Poi l'ho un pó odiata perché propose il babbá che era la MIA ricetta, ma alla fine é andata meglio cosí perché, da un lato, non credo che mi capiterá di vincere mai, in piú la sua ricetta era perfetta e l'ho adottata per la vita.

Questa seconda volta, confesso, ho avuto un pó paura.

"Ecco che propone la pizza", mi sono detta.

La pizza é sempre stata la mia bestia nera.

Per quanto io ci provi, non mi riesce mai come voglio io.

Ho provato tutte le ricette disponibili in rete e non, tutti i metodi inventati, ma nulla, proprio non mi viene.

Quindi mi preparo alla mia figuraccia, mi studio bene bene il post di Antonietta e cerco di riprodurre la sua ricetta senza fare troppi cambiamenti, che é uno dei miei problemi (e forse anche per questo che spesso le ricette non mi vengono).

Ma é stato un successo al primo colpo e per questo non finiró mai di ringraziarti Antonietta.

Ho fatto 2 delle sue ricette, entrambe con il lievito di birra, perché per la pizza la penso come lei, l'uso del lievito naturale é irrilevante.

Per prima ho provato quella a lunga fermentazione che, in genere, é la mia preferita, con doppia lievitazione, una in teglia.

 

La seconda é la pizza napoletana con metodo diretto e doppia cottura, in padella ed in forno.

Stefano ti ringrazia. Finalmente ho trovato la pace e questa ricetta non la mollo piú.

Anche se per la pizza in teglia la prossima volta aumenteró la quantitá d'acqua di uno splash perché la preferirei piú idratata, ma forse dipende anche dal fatto che ho usato una percentuale di farina integrale che ne assorbe un pó di piú. E partiamo proprio con la pizza in teglia.

Ho rivisitato una ricetta inglese (tanto per cambiare). Che sia chiaro, gli inglesi non sono assolutamente in grado di fare una pizza, ma sono degli esperti bakers. Ci siamo sempre chiesti perché fanno una pizza cosí orribile se sono in grado di fare il garlic bread, una roba che dá dipendenza.

Ne esistono diverse versioni ma una di queste é proprio simile ad una pizza, condita con un composto di burro, aglio ed erbe che in forno si scioglie insaporendolo. Ed é quello che ho fatto anch'io.

Garlic bread semi-integrale ai fiori di timo e aglio affumicato.

 

Per l'impasto copio dal blog di Antonietta con le mie sostituzioni


Ingredienti


370 g di farina 0 (% proteine 12%)

50 g di farina integrale (% proteine 12%)

30 g di germe di grano


290 ml di acqua


12 g di sale


1 g di lievito di birra

 

Setacciare le farina, trasferirle in ciotola insieme al germe di grano, fare la fontana, aggiungere il lievito di birra sciolto in una tazzina di acqua prelevata dal totale, il resto dell’acqua e il sale sulla farina, verso il bordo della ciotola.

Iniziare a incorporare man mano la farina,  intridendola con le dita e poi una volta terminato ribaltare sul piano da lavoro e impastare per 10 minuti, piegando e ripiegando più volte, schiacciando l’impasto senza strapparlo.

Trasferire in una ciotola, coprire con pellicola e lasciar a temperatura ambiente per 1 ora. Trasferire poi  in frigo per 8/10 ore, ma volendo anche 15/18  ore (La mia 15 ore).

Togliere dal frigo e lasciar a temperatura ambiente per 2 ore e comunque fino a quando l’impasto risulti gonfio.

Ribaltare sul piano da lavoro, stendere con le mani, senza schiacciare, ma allargando l’impasto dal centro verso il bordo, infilare le mani sotto il disco di pasta fino a poggiarlo su metà avambracci e traferire in una teglia oliata.

Lasciar lievitare altre 2 ore.

Riscaldare il forno alla massima temperatura insieme alla teglia che servirà per la cottura, senza mai aprire lo sportello condire la pizza, infornare sul ripiano centrale e cuocere per 20 minuti. Controllare la cottura: se sotto si presenta bianca, abbassare il ripiano, viceversa sopra.

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Cheesecake salato alla ricotta e pera, con Blue Stilton e gelatina di barbabietola arrostita

25. May 2016 09:00 | Stampa

Il mio modo di cucinare é sempre stato molto tradizionale. Mi é sempre piaciuto cucinare piatti familiari, tramandati da mia madre o da mia nonna. Magari copiavo una ricetta della zia, ma difficilmente mi lanciavo in qualcosa di "esotico".

Finché non ho iniziato con il blog.

Ho allargato un pochino i confini della mia cucina, non troppo, ma iniziavo a lanciarmi in qualcosa di diverso.

Da quando mi sono trasferita in UK il mio modo di cucinare si é stravolto.

Ora i piatti che mi erano familiari li cucino forse 10 volte l'anno e, spesso mi lancio in tradizioni diverse dalle mie, le mescolo, faccio esperimenti, studio, mi diverto.

Ma quello che piú mi diverte fare in genere é stravolgere le mie tradizioni. Talvolta "italianizzando" o "napoletanizzando" una ricetta prevalentemente inglese e , talvolta, infilando un ingrediente o una sfumatura inglese nelle mie ricette tradizionali.

Come in questo caso.

Ho preso la ricetta di uno dei miei dolci preferiti, la torta ricotta e pera di Sal De Riso, e l'ho stravolta un pó.

Per prima cosa é diventata salata.

Poi ci ho aggiunto l'accento british con lo Stilton e ho completato con la gelatina di barbabietola che, secondo me, sta benissimo sia con i formaggi che con le pere.

E' venuta fuori una delizia. Sono riuscita a mantenere il carattere della ricetta originale, giocando un pó tra il dolce ed il salato, ed aggiungendo un pizzico di aciditá e carattere con lo Stilton.

Lo so che non dovrei essere io a dirlo ma a noi é piaciuta tanto.

Quindi questa é la mia proposta salata per l'MTC n57 e per Fabio ed Annalú.

 

Cheesecake salato alla ricotta e pera, con Blue Stilton e gelatina di barbabietola arrostita

  

 

Per il biscuit alla nocciola salato

100 g di uova (2 circa)

40 g di xylitolo

60 g di nocciole tostate e ridotte in farina

20 g di farina 00

4g di xantana

30 g di burro fuso

2 g di sale

 

Farcia alla ricotta, pere e Stilton

250 g di ricotta

100 g di panna fresca

50 g di Blue Stilton

30 g di parmigiano grattugiato

1 pera

1 cucchiaio di amido

un cucchiaio di olio exttravergine di oliva

succo di 1/2 limone

2 fogli di gelatina

1 pizzico di sale

pepe

 

Geleé alla barbabietola arrostita

200 g di barbabietola

2 fogli di gelatina

un rametto di timo

uno spicchio d'aglio

1 pizzico di sale

 

 

Per il biscuit

Montare le uova con lo xylitolo fino a triplicarne il volume.

Mescolare le farine con il sale e la xantana ed aggiungerle in 3 riprese alle uova montate, incorporando con movimenti dal basso verso l'alto per non perdere l'aria formata.

Infine aggiungere il burro fuso.

Foderate una teglia con la carta da forno. Con il sac a poche formate un cerchio della dimensione del cheesecake e cuocete in forno a 180 gradi per circa 15 minuti.

Per la farcia.

Mescolare la ricotta con le fruste fino ad ottenere un composto spumoso.

Tagliate la pera a dadini.

Scaldate una padella con un filo d'olio e aggiungete la pera ed il succo di limone. Quando la pera inizierá a rilasciare un pó di succo, aggiungete l'amido, mescolate e togliete dal fuoco.

Nel frattempo sciogliere lo Stilton con la panna.

Ammollate la gelatina in acqua fredda per 10 minuti, strizzatela e incorporatela alla panna e Stilton.

Aggiungete alla ricotta insieme alla pera e mescolate.

Foderate un un anello con un foglio di acetato e mettete sul fondo il biscuit. Versateci sopra la farcia e fate riposare in frigo per un'oretta.

Nel frattempo preparate la gelatina alla barbabietola.

Avvolgete le barbabietole in carta d'alluminio insieme ad uno spicchio d'aglio ed un rametto di timo. Arrostitele in forno per circa un'ora.

Provate la cottura con una forchetta, quindi sbucciatele e frullatele insieme al loro succo, un filo d'olio, sale, pepe ed un rametto di timo. Riducete in purea abbastanza fine.

Ammorbidite la gelatina in acqua fredda per 10 minuti, scaldate un pó di purea di barbabietola e scioglietevi la gelatina ben strizzata, quindi unite al resto della purea.

Versate sulla superficie del cheesecake e mettete in frigo a riposare per un paio d'ore.

Sformate e servite con dadini di pera e barbabietola arrostita.

 

 

 

 Con questa ricetta partecipo all'MTC n57

gli sfidanti

 

 

 

Chi lo vuole cotto e chi lo vuole crudo: Cheesecake dolce

12. May 2016 09:00 | Stampa

Quanto é difficile!

Voi avete idea di quanto sia difficile preparare un dolce e non mangiarlo?

Odio le diete!

Per quanto mi piace cucinare, meritavo un metabolismo veloce. E invece no!

Quindi di tanto in tanto mi tocca una dieta, soprattutto se si hanno in programma 2 settimane al mare quest'estate

Ma quando l'MTC chiama io rispondo. E se sono Fabio ed Annalú a decidere il tema del mese, come posso io fare spallucce e dire "No grazie, passo, sono a dieta"?

Quindi invito a cena le mie "cavie" preferite, quelle che non si tirano mai indietro, e faccio decidere a loro.

Qualche cheesecake é finito nel congelatore cosí, appena possibile, ce le scofaniamo anche noi.

Peró io mi sono studiata una vendetta.

Ho pensato ad una versione talmente golosa, sfruttando le debolezze di "qualcuno", da indurre i miei due cari amici a cucinarlo entro il prossimo fine settimana, tanto piú che é di velocissima preparazione.

Vediamo un pó se riesco nel mio intento e se loro sapranno resistere.

Dunque, dicevamo, cheesecake.

Mi sparo subito le prime due cartucce dolci, cosí mi tolgo il pensiero.

Devo confessare che per me il cheesecake é "baked", alla anglosassone, cioé cotto in forno. Lo preferisco di gran lunga a quello crudo, anche se piú scenografico.

Ma, avendo la possibilitá di variare, ho pensato di provarli entrambi.

Inizio subito da quello "baked", che é anche la mia vendetta. Ahahahahaha (risata malefica).

So per certo, in quanto da lui confessato piú volte, che Fabio ha una vera passione per gli Oreo.

Quindi, sicuramente, gli Oreo sarebbero finiti nella base del mio cheesecake.

Il mio problema é che di Oreo cheesecake se ne cade il mondo.

Dovevo trovare un'idea un pochino originale e da acquolina in bocca. Quindi mi e venuta in mente una versione  "limited edition" di Oreo che qui in Uk é stata in commercio per un pó e che davvero mi e piaci

uta tantissimo, con una crema al burro di arachidi.

Per completare ho pensato alla cosa che per me é la piú guduriosa al mondo, quella che messa su qualsiasi dolce mi fa svenire al solo pensiero, il carmello salato.

Ho trovato una ricetta di Nigella Lawson di una salsa velocissima al caramello salato che é divina. Ho dovuto assaggiarla per controllare che fosse buona di sale, e ho pianto perché mi sarei messa volentieri con il cucchiaino e tutto il barattolo mi sarei finita.

 

 

Mini Oreo cheesecake al peanuts butter e salsa al caramello salato

 

 

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Il dolce far niente

5. May 2016 09:00 | Stampa

Oggi, secondo il Calendario del Cibo Italiano, si celebra la Giornata Nazionale dei dolci da credenza.

Grande é la nostra tradizione in questo senso, a partire dalla torta della nonna fino ad arrivare ai vari ciambelloni, dolci allo yogurt, come quello dei 7 vasetti, per finire con le crostate e ancora molto altro.

Dolci spesso semplici, che si conservano per qualche giorno (appunto, in credenza), perché non contengono creme, e che accompagnano da secoli le nostre colazioni e merende.

Della tradizione e della storia ve ne parla Paola Sabino, ambasciatrice della giornata, in questo post.

Qui vi parleró di un dolce a cui sono molto affezionata perché mi lega a mia nonna e che lei chiamava Dolce far niente.

In realtá ve ne ho gia parlato in un altro post, abbastanza vecchio, per cui vi rinfresco la memoria con la mia storia ma con foto nuove.

 

"Io ho imparato a cucinare perchè mia nonna odiava farlo e lo faceva male! Siccome io ho vissuto con lei per tutta la mia infanzia ho dovuto imparare, appena avuto il permesso di usare il fornello, ma per sopravvivenza e non per ammirazione, come avviene nella maggior parte dei casi.

Nonostante la sua reticenza ai fornelli, di mia nonna mi ricordo 3 ricette e cioè le uniche lontanamente commestibili che non avessero un vago retrogusto di bruciato o consistenze inimmaginabili.
•La pastiera, un classico che preparavo con lei tutti gli anni, il venerdì prima di Pasqua.
•La pizza, di cui portava solo il nome e per cui la prendevamo in giro perchè metteva nell'impasto anche le uova e le patate!
•E il dolce far niente

E oggi vi racconterò di quest'ultimo.

Era una preparazione a 6 mani. Veniva cucinato il sabato pomeriggio quando venivano a farci visita i miei zii con mia cugina, così mia nonna intratteneva noi due nipoti con la preparazione di questo dolce.

Il tutto avveniva senza l'utilizzo di fruste elettriche ed io mi occupavo di montare gli albumi a neve....ripeto, a mano!

Mia cugina si occupava di tutti gli altri ingredienti e mia nonna dirigeva i lavori....dopo diversi anni ho capito perchè mia nonna lo chiamasse dolce far niente...facevamo tutto noi.

Non importa, perchè questo dolce era buonissimo, anche se di una semplicità disarmante, e questi momenti passati insieme erano davvero belli, sia nella mia mente di bambina che nei miei ricordi di nipote cresciuta che non ha più la sua nonna!"

 

 

 

Ingredienti:

3 uova

250 gr di farina 00

150 gr di zucchero

150 gr di burro

10 g di lievito per dolci

250 gr di latte

la buccia grattugiata di 1/2 limone

qualche goccia di succo di limone

 

 

 

Montate a neve gli albumi con qualche goccia di succo di limone.

Nel frattempo montate i tuorli con lo zucchero, unite il burro che avrete ammorbidito e  la farina, alternandola con il latte, iniziando e terminando con la farina.

Infine unite la buccia del limone e il lievito e incorporate all'impasto.

Unite gli albumi a neve mescolando dal basso verso l'alto.

Versate il composto in uno stampo di 22 cm circa e infornate a 180° con il forno già caldo per circa un'ora o a 170 gradi in forno ventilato per 45 minuti.

Lasciate raffreddare 10 minuti nella teglia, poi sformate e lasciate raffreddare completamente su una gratella.

Una volta freddo decorate con zucchero a velo.

Io stavolta ho fatto una glassa con zucchero a velo e succo di limone e qualche confettino, come richiesto dai mie bambini.

 

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