La lasagna dei miei ricordi.

17. October 2014 12:43 | Stampa

La prima cosa che mi é venuta in mente quando ho visto la ricetta di questo mese per l'MTC é stata la lasagna di mia nonna.

Ho letto il post di Sabrina, l'ho immaginata sulla sua bici mentre si dirige verso casa della mamma per poi cucinare con lei una ricetta a cui é legata da mille ricordi.

Se avessi potuto prendere un aereo in quel momento, bussare alla porta di mia nonna e passare un pó di tempo con lei a cucinare e a ricordare le giornate passate in famiglia davanti a quella lasagna l'avrei fatto.

A quasi 93 anni, lei non si sarebbe tirata indietro e avrebbe cucinato con me anche tutto il giorno parlando del suo ragú, del nonno e delle sue polpettine.

Invece quello che ho fatto é stato prendere il telefono e fare questa interrurbana internazionale di un un'ora circa e, anche se non abbiamo cucinato insieme, abbiamo ricordato.

Se penso alla lasagna penso a mio nonno.

Non era un uomo facile, era sempre arrabbiato perché nella vita ha dovuto lottare e tanto.

Nato in una famiglia benestante, tornato dalla guerra e da 5 anni di prigionia in Sud Africa non ha trovato piú nulla se non la sua fidanzata ad aspettarlo.

Con la sua grande forza di volontá é riuscito a crescere 4 figli facendo il barista e una l'ha mandata anche all'universitá.

Era un uomo passionale, innamorato, quasi ossessionato da mia nonna, tanto che una notte le diede un morso mentre dormiva perché aveva sognato che lo tradiva.

Ma era l'unico uomo a Napoli a non aver mai detto la frase " 'o rraú che faceva mammá era 'nata cos'". Perché il ragú che faceva la nonna era per lui il migliore del mondo.

Se penso alla lasagna rivedo mio nonno seduto davanti al davanzale mentre grattuggia il formaggio.

Non appena mi vedeva entrare dalla porta si alzava e mi andava a tagliare un pezzo di pecorino romano che stava grattugiando perché sapeva che ne andavo matta.

Poi gli chiedevo quante polpettine aveva fatto, perché a casa nostra la lasagna si fa con le polpettine, e il numero superava sempre il centinaio.

Sí, le contava, ogni volta!

E noi cugini giocavamo a rubarcele dal piatto. La piu veloce e scaltra era sempre mia cugina Tiziana, infatti nessuno voleva star seduto vicino a lei. In realtá lo fa ancora, dice che é piú forte di lei.

Ricordo che la lasagna significava festa, significava tutta la famiglia riunita, significava amore!

E siccome amore, cucina e famiglia per me significano anche condivisione, voglio condivedere con voi la ricetta del ragú di mia nonna Concetta, o presunta tale ( conoscete le nonne.....mettici un pó di questo, e poi un pó di quell'altro) e della lasagna che mangiavo con la mia famiglia, rigorosamente con le polpettine di mio nonno Mario.

Lasagna con ragú napoletano, polpettine e besciamella alla cannella

 

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Lasagne di mare.....del Nord!

13. October 2014 11:33 | Stampa

Ebbene sí!

Ho finalmente fatto pace con il mercato ittico inglese. Ci sono voluti quasi due anni ma, alla fine, io e lui ci capiamo, ci confrontiamo, ci sopportiamo.

Ho capito dove e quando comprare cosa. E mi sono rassegnata al fatto che il mare del Nord non é il Mediterraneo.

Ho scoperto che in Scozia ed in Cornovaglia ci sono delle cozze buonissime.

Ho scoperto che in alcuni periodi dell'anno i calamari qui sono anche piú buoni dei nostri.

Ho anche trovato dove comprare dei gamberi con le teste! Ed é questa la cosa che mi commuove di piú.

Quando ho letto il post di Sabrina mi sono venute in mente subito 2 versioni.

Per la prima devo aspettare la mia mamma che arriva questo fine settimana con ingredienti immancabili, e la seconda eccola qui.

Devo dire che di versioni sperimentali me ne sono venute in mente pure una decina, ma per questa volta ho deciso di rimanere sul classico.

Vi dico solo che ne avevo fatto 4 porzioni pensando di congelarne la metá ma ne é avanzata cosí poca che mio marito ed io ci abbiamo fatto l'aperitivo a cena.

Lasagne allo zafferano con ragú di mare del Nord

 

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La pasta fresca di Mary

23. September 2014 11:58 | Stampa

 

Fa uno strano effetto tornare a scrivere qui dentro dopo tanti mesi di silenzio.

In questo periodo cerco sempre di piú di staccarmi dalla vita virtuale per concentrarmi sulla mia vita reale e, credetemi, di carne al fuoco ce n'é e non riesco proprio a stare dietro a tutto.

A farne le spese é come al solito questo blog che, nell'ultimo anno, ha sempre l'ultimo posto nei miei pensieri. Mi dispiace ma in questo momento non posso fare altrimenti.

Comunque, questa settimana, per farmi perdonare, condivideró con voi ben 5 ricette in due post.

Iniziamo con le prime due, che non sono le mie ma della bravissima Mary.

La prima volta che mi sono imbattuta nel suo blog, a colpo d'occhio, ho adorato il suo modo di lavorare la pasta. E infatti ho scelto due ricette di pasta fresca per The Recipetionist di settembre.

La prima in realtá l'ho preparata piú di un anno fa per una sfida dell'MTC sulle ricette salentine, ma non ho mai avuto la possibilitá di pubblicarla in questo blog. Cosí approfitto e rimedio.

Sagne 'ncannulate di farro alla ricotta di Mary

 

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Sono tornata....con le raviole del plin in vacanza nel Somerset

16. September 2013 17:51 | Stampa

Ok!

Sono tornata è una parola grossa.

Manca poco più di un mese all'arrivo del piccolo di casa e la mia testa viaggia su altri binari. 

Tutto ciò che è legato al blog passa necessariamente in secondo piano. E, vi confesserò, che negli ultimi tempi per me scrivere su questo blog era diventato quasi un dovere, mentre era sempre stato un divertimento, una valvola di sfogo.

Ho sentito l'esigenza quindi di staccarmene un pò e credo che continuerò a farlo almeno per un altro pò.

Mi farò viva ogni tanto, ho tante ricette che aspettano di essere pubblicate, ma non spesso come prima.

Spero che troverò ancora qualcuno a leggerle.

Ma siamo a settembre ed è ricominciato il consueto MTC con le sue sfide, le sue prime volte, le cose nuove da imparare, ed io non mi tiro indietro finchè posso.

Così la bravissima Elisa, ci propone una ricetta della sua terra, legata alle sue origini, ai suoi ricordi, i ravioli (o raviole come si usa chiamarle nelle Langhe) del plin, che vuol dire pizzicotto in piemontese per la loro forma caratteristica.

Amo le ricette così e non mi piace stravolgerle troppo, anche se devo sempre metterci del mio.

Così ho cercato di fare una versione che sia sì legata al territorio ma a quello dove sono state fatte e cioè qui, nel sud ovest inglese, una terra contadina e con prodotti notevoli. 

Per cui mi sono recata al solito Farmers Market, dove espongono la loro merce i produttori che lavorano entro le 40 miglia da Bath e ho scelto tutti gli ingredienti con cura dopo aver trovato dal mio amico cacciatore quello che sarebbe stato il mio arrosto.

Le uova di quello che espone sul proprio stand una cornice digitale con le foto delle proprie galline, la farina acquistata da quelli che vendono la pasta a mano anche se non sono italiani, la rainbow chard (è una specie di bieta) di cui mi sono perdutamente innamorata da quando l'ho assaggiata, i dolcissimi lamponi del Cheddar, il Cheddar extra maturo al posto del parmigiano e il pezzo forte.

 

Raviole del plin all'arrosto di punta d'anca di cervo con salsa ai lamponi

 

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Keep calm and make pici!

27. January 2013 22:40 | Stampa

Questo è quello che ho pensato quando ho saputo il tema dell'MTC di questo mese.

Ma dico io, con tutte le edizioni a cui ho partecipato, ma proprio durante il mio primo mese di espatrio il tema doveva essere la cucina legata al territorio, a km 0? Ora che mi trovo in territorio sconosciuto, quando per tutto questo tempo ho vissuto nella terra che conosco bene, di cui conosco i prodotti e le tradizioni?

Se fossi stata ancora a Napoli non avrei avuto dubbi.

I miei pici li avrei fatti con il coniglio all'ischitana! 

A Ischia ci condiscono i bucatini, quindi con i pici ci sarebbe stato benissimo.

Ma qui sarebbe stata una forzatura, anche perchè dove li prendo i pomodori del pendolo?

No! Ora vivo qui, quindi tanto meglio adeguarsi.

L'ispirazione mi è venuta pensando ad uno dei miei film preferiti di Walt Disney, Gli Aristogatti. Ed in particolare ad uno dei personaggi marginali ma tra i più divertenti, lo zio Reginaldo.

Si tratta dello zio di Adelina e Guendalina Blabla, due simpatiche oche inglesi in vacanza a Parigi. L'incontro con lo zio Reginaldo avviene per caso fuori da un bistrot parigino dove questo era stato invitato per un banchetto....come portata principale.

Ma se non ricordate la scena o non la conoscete godetevi questa.

 

Quindi sono andata, come al solito, al mio mercato preferito dal mio cacciatore di fiducia e ho preso un fagiano, intero.

 

Vi chiederete come mai un fagiano se lo zio Reginaldo è un'oca.

E come avrei potuto cucinare il povero zio Reginaldo?

 

Pici al sugo di fagiano ubriaco allo sherry

 

Ingredienti per 3/4 porzioni:

Per i pici di Patty

200 gr di farina 00

100 gr di semola (io purtroppo qui non l'ho trovata, quindi ho usato solo farina 00)

un paio di cucchiai d'olio evo

un cucchiaio di sherry

un pizzico di sale

acqua quanto basta

Per il sugo

un fagiano (io ho tenuto da parte il petto per altre preparazioni)

200 gr di polpa di pomodoro

un bicchiere di abbondante di sherry

rosmarino

bacche di ginepro

mezza cipolla

una carota piccola

una costa di sedano

30 gr di bacon

olio evo

sale

Preparazione:

Per la preparazione dei pici ho seguito tutte le indicazioni di Patty.

 

Fate la fontana con le due farine miscelate. Versate l’olio, il pizzico di sale e cominciate a versare lentamente l’acqua, incorporando la farina con una forchetta. Attenzione al sale. Non esagerate perché questo indurisce la pasta.

Quando la pasta comincerà a stare insieme, cominciate ad impastare con energia utilizzando il palmo delle mani vicino ai polsi. Se necessario, aggiungete acqua o farina.

Piegate la pasta su se stessa come quando impastate la pasta all’uovo e non stirate mai troppo l’impasto per non sfibrarlo. 

“Massaggiate” con energia per almeno 10 minuti. Ricordatevi che la vostra “palla” di pasta è una cosa viva, dovete volerle bene.

Dovrete ottenere una pasta liscia, vellutata e abbastanza morbida.  

Fate riposare una mezz’ora avvolta nella pellicola.

Quando la pasta è pronta, tagliatene un pezzetto e fatene una pallina, quindi sulla spianatoia stendetela con il matterello ad uno spessore di 1 cm. Con un tagliapasta o un coltello affilato, tagliate tante striscioline larghe c.ca 1 cm e coprite il resto della pasta con la pellicola affinché non si secchi.

Cominciate a "filare" i pici, rollando la pasta con il palmo delle mani e contemporaneamente stirandola verso l'esterno. 

Quando si tirano pici molto lunghi, la tecnica è quella di tirarli da un lato tenendo l'altra estremità con il palmo e piano piano allungandoli fino ad esaurire la pasta. Una volta tirato il vostro picio, fatelo rotolare nella farina di semola o di fioretto affinché non si appiccichi agli altri. Una pasta morbida e riposata si tira con estrema facilità. 

Io ho aggiunto solo un cucchiaio di sherry per profumare l'impasto e colorarlo leggermente.

Per il sugo.

Iniziamo dal fagiano. Bruciate leggermente la pelle per eliminare eventuali piume. Io ho usato il cannello, ma se non l'avete potete farlo direttamente sulla fiamma del vostro piano cottura.

Dividetelo in pezzi, tenendo da parte il petto per altre preparazioni.

Fate marinare il fagiano con lo sherry, le bacche di ginepro leggermente schiacciate, il rosmarino, un pò di sale grosso per 4-5 ore.

Passato questo tempo fate rosolare il bacon tagliato a dadini in una padella calda e un filo d'olio. Aggiungete le verdure tritate e cuocete finchè non saranno morbide.

Scolate i pezzi del fagiano dalla marinata, che terrete da parte,  aggiungetelo in padella e fatelo rosolare da ogni lato.

Nel frattempo fate ridurre la marinata fino a metà e poi aggiungetela al fagiano, facendo sfumare ancora un pò.

Infine aggiungete la polpa di pomodoro e lasciate cuocere per un'oretta a fuoco dolce.

A fine cottura aggiustate di sale.

Cuocete i pici in abbondante acqua salata e condite con il sugo, accompagnadoli con qualche pezzo del fagiano.

Però a me è avanzata una porzione di pici, così non ho resistito e ne ho fatto un'altra speedy versione. 

Pici alla crema di Blue Stilton, pesto di noci e miele

 

 

Ingredienti per una porzione:

Pici avanzati

30 gr di Blue Stilton

un paio di cucchiai di soured cream o panna acida

un cucchiaio di parmigiano grattugiato

20 gr di gherigli di noci

1/2 spicchio d'aglio privato dell'anima

una manciata di pinoli

sale

olio evo q.b.

un cucchiaino di miele d'acacia

Preparazione:

Iniziamo dal pesto. Schiacciare le noci con i pinoli e lo spicchio d'aglio in un mortaio, quando inizierà a sembrare una crema aggiungete il sale e il parmigiano, infine iniziate ad aggiungere l'olio finchè non avrete ottenuto una crema.

Tagliate lo Stilton a pezzetti e fatelo sciogliere a fuoco dolce, aggiungete la panna e mescolate finchè non sarà perfettamente sciolto ed amalgamato.

Condite i pici con la crema al formaggio e servite con il pesto di noci e un filo di miele.

 

E con queste due ricette partecipo all'MTC di gennaio, e anche dopo l'espatrio continuo a non saltare neanche un mese da quando ho iniziato, sapevatelo!

Gli sfidanti di Gennaio 2013


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