La prima cosa che mi é venuta in mente quando ho visto la ricetta di questo mese per l'MTC é stata la lasagna di mia nonna.
Ho letto il post di Sabrina, l'ho immaginata sulla sua bici mentre si dirige verso casa della mamma per poi cucinare con lei una ricetta a cui é legata da mille ricordi.
Se avessi potuto prendere un aereo in quel momento, bussare alla porta di mia nonna e passare un pó di tempo con lei a cucinare e a ricordare le giornate passate in famiglia davanti a quella lasagna l'avrei fatto.
A quasi 93 anni, lei non si sarebbe tirata indietro e avrebbe cucinato con me anche tutto il giorno parlando del suo ragú, del nonno e delle sue polpettine.
Invece quello che ho fatto é stato prendere il telefono e fare questa interrurbana internazionale di un un'ora circa e, anche se non abbiamo cucinato insieme, abbiamo ricordato.
Se penso alla lasagna penso a mio nonno.
Non era un uomo facile, era sempre arrabbiato perché nella vita ha dovuto lottare e tanto.
Nato in una famiglia benestante, tornato dalla guerra e da 5 anni di prigionia in Sud Africa non ha trovato piú nulla se non la sua fidanzata ad aspettarlo.
Con la sua grande forza di volontá é riuscito a crescere 4 figli facendo il barista e una l'ha mandata anche all'universitá.
Era un uomo passionale, innamorato, quasi ossessionato da mia nonna, tanto che una notte le diede un morso mentre dormiva perché aveva sognato che lo tradiva.
Ma era l'unico uomo a Napoli a non aver mai detto la frase " 'o rraú che faceva mammá era 'nata cos'". Perché il ragú che faceva la nonna era per lui il migliore del mondo.
Se penso alla lasagna rivedo mio nonno seduto davanti al davanzale mentre grattuggia il formaggio.
Non appena mi vedeva entrare dalla porta si alzava e mi andava a tagliare un pezzo di pecorino romano che stava grattugiando perché sapeva che ne andavo matta.
Poi gli chiedevo quante polpettine aveva fatto, perché a casa nostra la lasagna si fa con le polpettine, e il numero superava sempre il centinaio.
Sí, le contava, ogni volta!
E noi cugini giocavamo a rubarcele dal piatto. La piu veloce e scaltra era sempre mia cugina Tiziana, infatti nessuno voleva star seduto vicino a lei. In realtá lo fa ancora, dice che é piú forte di lei.
Ricordo che la lasagna significava festa, significava tutta la famiglia riunita, significava amore!
E siccome amore, cucina e famiglia per me significano anche condivisione, voglio condivedere con voi la ricetta del ragú di mia nonna Concetta, o presunta tale ( conoscete le nonne.....mettici un pó di questo, e poi un pó di quell'altro) e della lasagna che mangiavo con la mia famiglia, rigorosamente con le polpettine di mio nonno Mario.
Lasagna con ragú napoletano, polpettine e besciamella alla cannella
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