Quella classica e quella creativa: la tortilla di patate per l'MTC

16. April 2018 16:21 | Stampa

Il mese scorso é stato, per me, un mese molto intenso.

Per quanto sia stata un'emozione bellissima vincere l'MTC, sentire il vostro affetto, leggere tutti i vostri post, vi confesso che é quasi un sollievo ritornare a concorrere, far girare il neurone.

L'Afternoon tea di Mai é stato un colpo al cuore per me, cosí personale, cosí originale che la scelta é stata quasi naturale.

E con Mai chiudiamo il cerchio. L'MTC cosí come abbiamo imparato a conoscerlo in questi anni é ad un giro di boa e si riparte da dove tutto é cominciato, la sfida numero 1, la tortilla di patate.

Da settembre ne vedrete delle belle ma, per questo mese, la sfida é sulla tortilla, quella classica come quella che ci descrive Mai nel suo post, ed una proposta creativa che prenda spunto dagli ingredienti fondamentali della tortilla, le patate e l'uovo, e che preveda l'uso della padella anche solo per la cottura di un elemento.

Una delle cose che mi ha colpito di piú dell'Afternoon tea di Mai é stata la sua capacitá di costruire un ponte tra la sua Spagna e la "mia" Inghilterra, riuscendo a rimanere in tema senza rinunciare alla sua personalitá.

Io, invece, questo ponte l'ho voluto abbattere. 

E se abbattessimo questo ponte immaginario tra Spagna ed Inghilterra, cosa resterebbe?

Il mare!

Entrambe le mie versioni, quella classica e quella creativa, sono una fusione tra terra e mare.

Nella versione classica avevamo la possibilitá di inserire un solo ingrediente, oltre alle spezie, rispetto alla versione di Mai. Cosí io ci ho aggiunto un filetto di haddock (pesce englefino) e ho pensato di ispirarmi al fish and chips, visto che abbiamo il pesce e le patate. 

Il pesce di solito é fritto avvolto in una pastella alla birra, cosí la birra l'ho messa nella marinata, e l'ho servito con un puré di piselli alla menta che, solitamente, accompagna questo piatto qui in Inghilterra.

E per ricordare la Spagna, ho scelto una birra spagnola, di Barcellona.

 

Fish and tortilla, con puré di piselli alla menta

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MTC N.71: La ricetta della sfida di marzo é...

6. March 2018 09:00 | Stampa

 

Oggi vi vorrei raccontare di quella volta che ho vinto l'MTC!

Fine di una lunga settimana, entrambi i bambini influenzati, il mio compleanno il giorno successivo si prospetta abbastanza deprimente tra virus e tempeste di neve.

Come al solito prendo il telefono per controllare il vincitore, ma questa sera mi sono attardata a mettere a posto i piatti della cena e dalla schermata nera appaiono diverse notifiche, tutte da membri della community.

Cerco di sbloccar il telefono per capire se davvero puó essere quello che credo e...

"Installare l'aggiornamento ORA?"

NOOOOOOO!

Con una luciditá che non credevo di avere, riesco a rimandare l'aggiornamento. Ma quando ho letto i messaggi e ho cominciato a capire cosa stava succedendo non ho retto, non riuscivo a cliccare su quel link.

Cosí ho fatto le scale 4 a 4 e mi sono fiondata nello studio di Stefano, gli ho dato il telefono e gli ho detto "Leggi tu!".

Appena lui mi ha confermato che era la mia ricetta, che davvero era successo, non ero seconda stavolta, ho avuto l'ultima reazione che mai avrei creduto di avere in caso di vittoria.

Sono scoppiata in lacrime, e ho pianto per almeno mezz'ora, non riuscivo a fermarmi.

Per questa gioia e questo onore non posso che ringraziare Greta, che mi ha dato la possibilitá di vivere il dietro le quinte di questo gioco a cui partecipo senza interruzioni da 7 anni, che mi ha insegnato l'affumicatura casalinga, una tecnica che utilizzeró sempre nella mia cucina d'ora in poi, che ha visto in me il potenziale per guidarvi in una nuova sfida.

E naturalmente, Alessandra, che ha sempre creduto in me, anche e molto di piú di me stessa.

Spero di non deludervi.

E di non deludere tutti voi con la ricetta di questo mese.

Non poteva essere che British.

E cosa c'é di piú British dell'Afternoon tea.

Nell'immaginario comune, alle 5 gli inglesi lasciano tutto quello che stanno facendo per il rito del té.

Bé, non é proprio cosí.

L'Afternoon tea é piú un'occasione mondana, un evento sociale, piuttosto che un'abitudine quotidiana.

E lo é dalle sue origini.

Nei primi del Novecento infatti si era soliti consumare solo 2 pasti al giorno, la colazione e la cena che, in alcuni casi, non veniva servita prima delle 8 di sera.

Fu cosí che la Duchessa Anna di Bedford inizió a lamentarsi di questo leggero languorino che sentiva verso metá pomeriggio e ad avere l'abitudine di farsi servire del té accompagnato da un leggero snack nelle sue stanze.

Col passare del tempo inizió ad invitare ad unirsi a lei alcuni amici, e piano piano, queste riunioni diventarono una sorta di evento mondano ed altri nobili seguirono l'esempio della Duchessa.

Non va peró confuso con l'High tea che pure ha origini nello stesso periodo ma nella classe operaia.

Infatti, gli operai rientravano dalle fabbriche non prima delle 6 di sera, ovviamente affamati.

All'epoca il té aveva un costo enorme per una famiglia della classe operaia, e non poteva essere sprecato per uno spuntino, per cui veniva consumato accompagnato da quella che diventó una sorta di cena.

Da qui, molto probabilmente, deriva anche il nome "High" tea, infatti questo veniva servito su tavoli da pranzo, contrariamente all'Afternoon tea che veniva consumato su basse e comode poltrone.

Ancora oggi se un inglese vi invita per il "tea" molto probabilmente vi ritroverete di fronte un pollo arrosto, perché é ancora un modo comune per definire una cena, in genere sul presto.

Ma torniamo all'Afternoon tea, che é l'oggetto della nostra gara.

Non ci sono regole codificate per quanto riguarda il numero di portate o il menú di cui é composto un perfetto Afternoon tea.

Tuttavia ci sono alcune convenzioni che Alessandra vi ha spiegato chiaramente nel regolamento.

Solitamente si compone di:

  1. Pasticceria secca, tipicamente shortbeads e tutta la famiglia, oltre a ginger nuts, rich tea biscuits ecc
  2. Focaccine, esempio tipico sono gli scones accompagnati da clotted cream (piú tipicamente nel sud ovest dell'Inghilterra) o burro (altrove) e marmellata di fragole. Ma anche altri tipi di focaccine sono ammessi come, le Welsh cakes, buns di vario tipo, drop scones, tea cakes, crumpets ecc.
  3. Cakes. E qui vi si apre un mondo sulle torte tradizionali inglesi. A partire dalla classicissima Victoria Sponge fino a tutte le variazioni della Madeira cake e della famiglia delle 4/4, le ricchissime fruit cakes e i loaf ( i nostri plum cake), le traybakes e i flapjacks, che sono torte cotte in grandi teglie rettangolari e tagliate poi in rettangoli piu piccoli. Sono ammesse anche le crostate, un esempio fantastico é la Bakewell tart.
  4. Componente salata, generalmente é composta da una varietá di sandwiches, a due o tre strati, sottoforma di fingers, serviti con pane bianco e non, anche nella versione "aperta", con la crosta rigorosamente tagliata.
 
 

Prima di passare a qualche ricetta per darvi un'idea di quella che sará la gara di questo mese, vorrei soffermarmi sull'elemento centrale dell'Afternoon tea.

Indovinate un pó?

Il tea!

Il té andrá preparato all'inglese, seguendo determinate regole imprescindibili.

Gli inglesi prendono il té molto sul serio. 

Elemento fondamentale per preparare un buon té é l'acqua.

Piú buona é l'acqua piú buono é il té.

L'ideale sarebbe un'acqua filtrata o imbottigliata (ma non distillata), sempre fredda, portata a leggero bollore.

Mi raccomando di non far bollire l'acqua piú di una volta.

Preriscaldate la vostra teiera e/o le vostre tazze versandovi un pó di acqua calda e lasciandola fino a farle diventare calde al tatto. Quindi buttate via l'acqua e aggiungete immediatamente il té sul fondo della vostra teiera e/o tazza, generalmente 1-2 cucchiaini per persona a seconda dei gusti.

Versate l'acqua calda sul té mantenendo la giusta proporzione, per esempio 1 tazza di acqua calda per ogni cucchiaino di té.

Idealmente anche la temperatura dell'acqua deve essere quella giusta e questa varia a seconda del té che state utilizzando.

Per i té bianchi e quelli verdi la temperatura ideale é intorno ai 75°-85° C.

Mentre per i té neri sará necessaria una temperatura intorno ai 100°C.

Anche i tempi di infusione cambiano a seconda dei tipi di té e se le foglie sono intere o no.

In generale per i té verdi e i bianchi i tempi di infusione variano tra 1-3 minuti, per i té neri da 3 a 5 minuti.

Il té si serve accompagnato da zucchero, latte o limone a seconda dei gusti.

C'é una disputa sull'aggiunta del latte prima o dopo che il té sia stato versato.

Secondo una prima teoria il latte andrebbe aggiunto nella tazza prima del té se l'infusione é avvenuta nella teiera, in modo da scaldarsi in maniera graduale ed uniforme.

Mentre se invece si opta per un'infusione direttamente in tazza, il latte va aggiunto dopo il té perche altrimenti abbasserebbe la temperatura dell'acqua impedendo il giusto grado di infusione.

Secondo il pensiero comune peró, il latte va aggiunto sempre dopo che il té é stato versato.

Il té andrebbe servito con una teiera complementare piena di acqua calda per aggiustare, eventualmente, la gradazione del té a seconda dei gusti.

Torniamo invece al menú per l'Afternoon tea perfetto.

Vi ho preparato una proposta per ogni categoria partendo dai classici inglesi.

Partiamo dalla pasticceria secca.

Il classico dei classici sono gli shortbreads, biscotti burrosi e friabili che io amo particolarmente.

Qui trovate la ricetta classica degli Scottish shortbread. 

Adesso invece vi presento i Bishop's fingers, appartenenti alla stessa famiglia ma aromatizzati alla mandorla

 

Bishop's fingers

 

Da Baking Bible di Mary Berry

Ingredienti per 12 fingers:

100 g di farina bianca

25 g di farina di mandorle

25 g di semola

100 g di burro

50 g di zucchero semolato

qualche goccia di estratto di mandorle

25 g di mandorle in sfoglie

zucchero semolato per spolverare.

 

Mescolate le farine in una ciotola quindi aggiungete il burro, lo zucchero, l'estratto di mandorle e lavorate con la punta delle dita finché il composto inizia a stare insieme.

Iniziate ad impastare fino a formare un impasto omogeneo, ma non lavorate troppo a lungo per non scaldare troppo il burro con le vostre mani.

Mettete l'impasto in una teglia quadrata (18 cm per lato) rivestita da carta da forno e livellate utilizzando il dorso di un cucchiaio o una spatola senza schiacciare troppo.

Spargete sulla superficie le lamelle di mandorla.

Cuocete in forno caldo a 160° C statico o 140° C ventilato per circa 30-35 minuti. La superficie dovrá avere un colore dorato pallido.

Incidete con un coltello formando 12 fingers e lasciate raffreddare completamente nella teglia.

Quando saranno completamente freddi, tagliateli fino al fondo della teglie e sollevateli con delicatezza.

Conservate in un contenitore a chiusura ermetica.

 

Per la categoria focaccine vi propongo i classici scones e una ricetta tipica di Bath, i Bath buns.

Entrambi possono essere presenti in un tradizionale Afternoon tea ma rappresentano i protagonisti del Cream tea, che é una versione piú leggera e che non prevede altre portate, sempre accompagnati da marmellata di fragole e clotted cream.

Il Cream tea é tipico della zona del South West quindi molto diffuso in Devon, Cornovaglia, Somerset e zone limitrofe. In particolare sono il Devon e la Cornovaglia a contendersi quesa tradizione con l'eterna disputa tra la versione Cornish che prevede prima lo strato di marmellata e poi quello di clotted cream, e la versione del Devon che indica l'esatto contrario.

Non lo dite a nessuno, ma a me piace la versione del Devon.

 

Devonshire scones

 

 

Da Baking Bible di Mary Berry

Ingredienti per circa 20 scones (5cm di diametro)

 

450 g di farina autolievitante

2 cucchiaini rasi di lievito in polvere

50 g di zucchero semolato

75 g di burro ammorbidito

2 uova grandi

circa 225 ml di latte

 

Preriscaldate il forno a 220°C in modalitá statica o 200°C in modalitá ventilata.

Mettete la farina in una ciotola con il lievito, aggiungete il burro e lavorate con le dita per ottenere un composto sabbioso. Aggiungete lo zucchero.

Sbattete le uova in una tazza graduata, quindi aggiungete il latte fino ad arrivare ad una quantitá di liquidi di 300 ml circa, mescolate e togliete 2 cucchiai del liquido da tenere da parte per lucidare gli scons prima della cottura.

Aggiungete il composto liquido agli altri ingredienti secchi gradualmente, mescolate fino ad ottenere un composto morbido ed ancora appiccicoso.

Versate l'impasto su una spianatoia infarinata, spolverate con della farina anche l'impasto ma non troppo.

Allargate l'impasto con le mani, schiacciandolo leggermente fino ad ottenere uno spessore di circa 2 cm. Se preferite potete utilizzare un mattarello.

Utilizzate un cutter liscio dal diametro di 5 cm per ottenere la forma degli scones.

Schiacciate il cutter sull'impasto fino in fondo, SENZA ruotarlo, quindi sollevatelo e spingete fuori lo scone. Questo fará sí che lo scone si alzi in maniera uniforme, mantenendo la forma.

Continuate fino a terminare l'impasto. Se necessario, e lo sará, potere impastare di nuovo l'impasto, ristenderlo e ricominciare, ma dopo la seconda volta gli scones verranno deformati.

Mettete gli scones su due teglie imburrate, spennellateli con il liquidotenuto da parte e cuocete per 10-15 minuti, finché saranno ben cresciuti e dorati.

Sono buoni mangiati il giorno stesso, meglio se leggermente tiepidi.

Sono perfetti da congelare. Per servirli portateli a temperatura ambiente e riscaldateli per 10 minuti in forno ad una temperatura moderata.

 

Se volete provare a fare la clotted cream in casa, la ricetta la trovate qui.

Ma ricordate che avrete bisogno di una panna fresca molto densa e grassa, altrimenti il risultato potrebbe essere deludente.

Bath Buns

 

 

Da Baking Bible di Mary Berry

Ingredienti per 18 Buns
450 g di farina bianca 
forte 7 g di lievito in polvere 
1 cucchiaino di sale 
50 g di zucchero semolato 
50 g di burro sciolto e fatto freddare 
2 uova grandi battute 
150 ml di latte tiepido 
175 g di uva sultanina 
50 g di frutta candita a cubetti 
Per finire 1 uovo per lucidare granella di zucchero o zucchero a cubetti sbriciolato 
Mescolate in una larga ciotola la farina, il lievito, il sale e lo zucchero. Fate la fontana ed aggiungete il burro, le uova, il latte e la frutta candita e mescolate fino ad ottenere un impasto omogeneo. 
Rovesciate l'impasto su una superficie infarinata e lavorate con le mani fino a che non sarà liscio ed elastico ma ancora un pó appiccicoso. 
Lasciatelo lievitare fino al raddoppio in una ciotola leggermente unta d'olio e coperto da pellicola. 
Passato questo tempo riprendete l'impasto e lavoratelo ancora per qualche minuto. 
Poi dividetelo in 18 parti e formate i buns. 
Metteteli a lievitare nelle teglie ricoperte di carta da forno fino al raddoppio, sempre coperti da pellicola unta. Preriscaldate il forno a 190° C. 
Spennellate i buns con l'uovo sbattutto, aggiungete la granella di zucchero e infornate per 15 minuti circa.
 
Per la categoria Cake vi ho preparato la Lemon drizzle cake, da una ricetta di Paul Hollywood che é la mia preferita.
Il mio consiglio e di non omettere quel cucchiaio di lemon curd all'interno perché, secondo me, fa la differenza.
 

Mrs Post's Lemon drizzle cake

 

 

Da "How to bake" di Paul Hollywood

75 g di burro ammorbidito

125 g di zucchero

150 g di farina autolievitante

1 cucchiaino di lievito in polvere

2 uova medie

1 cucchiaio di lemon curd

2 1/2 cucchiai di latte intero.

Per il drizzle

la buccia ed il succo di un limone

2 cucchiai di zucchero

 

Preriscaldate il forno a 180°C in modalitá statica o 160°C in modalitá ventilata.

Ungete e rivestite di carta da forno uno stampo da plumcake da 1kg circa.

Montate il burro con lo zucchero per una decina di minuti ottenendo un composto chiaro e spumoso. Mescolate insieme la farina con il lievito ed aggiungeteli all'impasto insieme con le uova, il lemon curd ed il latte sempre mescolando, fino a che tutti gli ingredieti non saranno amalgamati.

Versare nello stampo preparato in precedenza ed infornate per 40-45 minuti.

Nel frattempo prerate il drizzle mescolando tutti gli ingredienti fino a che lo zucchero non sará completamente sciolto.

Versare sulla torta ancora calda e dentro lo stampo. Lasciare raffreddare completamente prima di servire.

 

Per la Componente salata vi ho preparato una selezione di tre tipi di sandwiches, di cui uno aperto.

 

 

 

Cucumber sandwiches

Ingredienti per 4 fingers

4 fette di pane bianco

circa metá cetriolo,

50-60 g di burro

qualche foglia di menta

sale e pepe

 

E' tassativo pelare il cetriolo. Qualcuno elimina anche i semi.

Tagliate il cetriolo a fette sottili, metteteli in un colino e salatele. Lasciatele colare per 15-20 minuti. 

Quindi asciugatele con un carta da cucina.

Spalmate 2 fette di pane con il burro, copritele con le fettine di cetriolo accavallandole leggermente, aggiungete il pepe e la menta finemente tritate e coprite con le altre 2 fette di pane.

Tagliate via la crosta e tagliateli a rettangoli o triangoli, come preferite, l'importante é che siano piccoli, 2 o 3 morsi al massimo.

 

Salmon sandwiches

Ingredienti per 4 fingers

4 fette di pane multicereali o integrale

80 g di salmone affumicato

20 g di creme fraiche

aneto

succo di limone

pepe

 

Spalmate la creme fraiche su due fette di pane, coprite con il salmone, codite con il pepe, l'aneto e qualche goccia di succo di limone e coprite con le altre 2 fette di pane.

Tagliate via la crosta al pane e tagliate i sandwiches a forma di fingers tenendo sempre presente la regola dei 2 o 3 morsi.

 

Sandwich aperto al goat cheese

2 fete di pane ai multicereali

un tomino di goat cheese (caprino) o brie

qualche gheriglio di noce

un cucchiaino di miele

 

Con un cutter da 5 cm di diametro tagliate le fette di pane, ricopritele con il caprino a fette, i gherigli di noce leggermente tostati ed il miele.

 

Per il mio tea party ho servito un Earl Grey alle rose, seguendo le indicazioni date sopra e quindi acqua a 100°C circa e lasciato in infusione per 3 minuti.

Milk and no sugar for me, please.

 

Un' ultima raccomandazione.

Qui parliamo di una tradizione prettamente INGLESE, per cui:

THINK BRITISH!

Per quanto anche agli inglesi piaccia molto la pasticceria francese e gli Afternoon tea menus qui sono pieni di macarons, eclairs, millefoglie, tartes e quant'altro, per questa volta, lasciatevi ispirare dalla tradizione inglese che é comunque vasta ed interessante e adattissima a questo tipo di pasto.

Bandita totalmente la tradizione americana, anche.

 

 Ora andate a stirare le tovaglie e a spolverare il vostro migliore servizio da té che si comincia.

 

Gnocchi per l'MTC 59

24. September 2016 21:17 | Stampa

I'm back!

Ma solo per miracolo, perché la mia cucina é, attualmente, un disastro. Voglio dire, piú del solito.

Sono due mesi proprio oggi.

Quando ho detto a mia figlia che oggi sarebbero stati due mesi con gli operai in casa lei mi ha proposto di preparargli una torta per festeggiare. E giá. E con quale cucina?

Mio figlio non capisce perché la sera se ne vanno e non vengono a vivere con noi. Capirai, con tutti quei tools interessanti.

Insomma c'é qualcosa di malato nel fare i lavori in casa, so che la maggior parte di voi mi capirá.

E il peggio é proprio verso la fine, quando devi pregarli di farsi vedere e finire il lavoro, cosí possono scomparire dalla tua casa e dalla tua vita.

Ció nonostante, eccomi qui.

Quando, a luglio dissi a mio marito, che mi dispiaceva non poter partecipare all'MTC di questo mese, lui mi rispose "come se qualcuno ti credesse".

Ed io pensavo davvero di saltare.

Poi ha vinto Annarita.

Ed io ho iniziato a sospettare che avrei fatto i salti mortali per esserci, ed eccomi.

Poi, voglio dire, gli gnocchi!

Come fare a saltare la gara sugli gnocchi!

Sugli gnocchi si dividono due scuole di pensiero: uovo sí, uovo no.

Io sono sempre stata per l'uovo sí, perché mi piace piú consistente, calloso. Non mi piace lo gnocco che si scoglie in bocca.

Ma siamo all'MTC, e si provano cose nuove per cui ho seguito la ricetta di Annarita.

Per tutte le indicazioni sulle patate, le cotture, il tipo di farina da usare, vi rimando al suo post, che definire completo sull'argomento é poco. Anche perché ho pochissimo tempo per scrivere questo post.

Mi concentreró sulle mie due versioni.

Gnocchi di semola alla sorrentina con sugo di baccalá

 


O meglio, io li ho pensati con il baccalá, ma la realtá é che qui il baccalá non c'é, per cui ho utilizzato dell'haddock affumicato che non ha lo stesso sapore, ma ha un sapore bello forte e ci stava bene lo stesso.

Magari voi provateli con il baccalá e mi fate poi sapere come viene, ok?

Poi diciamo anche che questi gnocchi non sono proprio alla sorrentina perché non ho usato fiordilatte ma provola e, per regolamento, non ho potuto ripassarli in forno come invece vorrebbe la ricetta.

Insomma, il titolo é un fake, ma gli gnocchi erano davvero buoni.

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Cheesecake salato alla ricotta e pera, con Blue Stilton e gelatina di barbabietola arrostita

25. May 2016 09:00 | Stampa

Il mio modo di cucinare é sempre stato molto tradizionale. Mi é sempre piaciuto cucinare piatti familiari, tramandati da mia madre o da mia nonna. Magari copiavo una ricetta della zia, ma difficilmente mi lanciavo in qualcosa di "esotico".

Finché non ho iniziato con il blog.

Ho allargato un pochino i confini della mia cucina, non troppo, ma iniziavo a lanciarmi in qualcosa di diverso.

Da quando mi sono trasferita in UK il mio modo di cucinare si é stravolto.

Ora i piatti che mi erano familiari li cucino forse 10 volte l'anno e, spesso mi lancio in tradizioni diverse dalle mie, le mescolo, faccio esperimenti, studio, mi diverto.

Ma quello che piú mi diverte fare in genere é stravolgere le mie tradizioni. Talvolta "italianizzando" o "napoletanizzando" una ricetta prevalentemente inglese e , talvolta, infilando un ingrediente o una sfumatura inglese nelle mie ricette tradizionali.

Come in questo caso.

Ho preso la ricetta di uno dei miei dolci preferiti, la torta ricotta e pera di Sal De Riso, e l'ho stravolta un pó.

Per prima cosa é diventata salata.

Poi ci ho aggiunto l'accento british con lo Stilton e ho completato con la gelatina di barbabietola che, secondo me, sta benissimo sia con i formaggi che con le pere.

E' venuta fuori una delizia. Sono riuscita a mantenere il carattere della ricetta originale, giocando un pó tra il dolce ed il salato, ed aggiungendo un pizzico di aciditá e carattere con lo Stilton.

Lo so che non dovrei essere io a dirlo ma a noi é piaciuta tanto.

Quindi questa é la mia proposta salata per l'MTC n57 e per Fabio ed Annalú.

 

Cheesecake salato alla ricotta e pera, con Blue Stilton e gelatina di barbabietola arrostita

  

 

Per il biscuit alla nocciola salato

100 g di uova (2 circa)

40 g di xylitolo

60 g di nocciole tostate e ridotte in farina

20 g di farina 00

4g di xantana

30 g di burro fuso

2 g di sale

 

Farcia alla ricotta, pere e Stilton

250 g di ricotta

100 g di panna fresca

50 g di Blue Stilton

30 g di parmigiano grattugiato

1 pera

1 cucchiaio di amido

un cucchiaio di olio exttravergine di oliva

succo di 1/2 limone

2 fogli di gelatina

1 pizzico di sale

pepe

 

Geleé alla barbabietola arrostita

200 g di barbabietola

2 fogli di gelatina

un rametto di timo

uno spicchio d'aglio

1 pizzico di sale

 

 

Per il biscuit

Montare le uova con lo xylitolo fino a triplicarne il volume.

Mescolare le farine con il sale e la xantana ed aggiungerle in 3 riprese alle uova montate, incorporando con movimenti dal basso verso l'alto per non perdere l'aria formata.

Infine aggiungere il burro fuso.

Foderate una teglia con la carta da forno. Con il sac a poche formate un cerchio della dimensione del cheesecake e cuocete in forno a 180 gradi per circa 15 minuti.

Per la farcia.

Mescolare la ricotta con le fruste fino ad ottenere un composto spumoso.

Tagliate la pera a dadini.

Scaldate una padella con un filo d'olio e aggiungete la pera ed il succo di limone. Quando la pera inizierá a rilasciare un pó di succo, aggiungete l'amido, mescolate e togliete dal fuoco.

Nel frattempo sciogliere lo Stilton con la panna.

Ammollate la gelatina in acqua fredda per 10 minuti, strizzatela e incorporatela alla panna e Stilton.

Aggiungete alla ricotta insieme alla pera e mescolate.

Foderate un un anello con un foglio di acetato e mettete sul fondo il biscuit. Versateci sopra la farcia e fate riposare in frigo per un'oretta.

Nel frattempo preparate la gelatina alla barbabietola.

Avvolgete le barbabietole in carta d'alluminio insieme ad uno spicchio d'aglio ed un rametto di timo. Arrostitele in forno per circa un'ora.

Provate la cottura con una forchetta, quindi sbucciatele e frullatele insieme al loro succo, un filo d'olio, sale, pepe ed un rametto di timo. Riducete in purea abbastanza fine.

Ammorbidite la gelatina in acqua fredda per 10 minuti, scaldate un pó di purea di barbabietola e scioglietevi la gelatina ben strizzata, quindi unite al resto della purea.

Versate sulla superficie del cheesecake e mettete in frigo a riposare per un paio d'ore.

Sformate e servite con dadini di pera e barbabietola arrostita.

 

 

 

 Con questa ricetta partecipo all'MTC n57

gli sfidanti

 

 

 

London particular, il fumo di Londra

12. January 2016 17:01 | Stampa

English version below

 

Questo é il primo post del 2016 e si ricomincia dall'MTC.

Dopo un mese di pausa, come di consueto per le festivitá natalizie, riprendiamo con la sfida piú elettrizzante del web e lo rifacciamo alla grande grazie a Vittoria, vincitrice della sfida no 52.

Ripartiamo da un cibo confortante, sicuro, tradizionale, che affonda le radici nel territorio, nella famiglia. 

Ripartiamo dalle zuppe e dal minestrone. Finalmente! Erano anni che li chiamavamo a gran voce e finalmente siamo stati esauditi.

Io inizio con una proposta lontana da casa mia, ma neanche poi tanto.

Visto che questa splendida ricetta affonda le sue radici in un territorio che non mi appartiene ma mi ha adottato. O io ho adottato lui, difficile a dirsi.

London particular, fa riferimento ad una nebbia fitta, densa, dal colore giallo-verde, che ricorda una zuppa di piselli. Un altro modo di definirla é infatti "pea soup fog" o "pea souper".

Oggi Londra é una delle metropoli meno inquinate al mondo.

Tanto si é fatto, e continua ad essere fatto, per ridurre l'inquinamento, ma non é stato sempre cosí. 

Soprattutto all'epoca della rivoluzione industriale.

Considerate ció che potevano produrre milioni di camini  (le case avevano un camino in ogni camera), dove, spesso, veninavo bruciati materiali di scarsa qualitá e l'urbanizzazione sempre piú incalzante, uniti alla nebbia che caratterizza l'area del Tamigi.

 

Immagine da http://dailymail.co.uk

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