Adoro il pesce.....mi piace cucinarlo, mi piace mangiarlo, mi piace il folklore tutto napoletano dei pescivendoli che vendono la propria merce, folklore che cresce in maniera esponenziale nel periodo natalizio, quando la notte prima della Vigilia di Natale e Capodanno le pescherie restano aperte tutta la notte. E lo sapete chi è il re delle tavole napoletane in questo periodo?.....Il Baccalà!
A Napoli è tradizione fare il digiuno a pranzo della Vigilia di Natale, per prepararsi alla lunga cena; ma si tratta pur sempre di Napoli per cui il digiuno comprende pizza di scarole e baccalà fritto, tanto per stare leggeri!
Inoltre credo che i napoletani siano i maggiori consumatori di baccalà in Italia. Il pezzo più richiesto è il mussillo che è la parte del dorso del merluzzo, mentre quello più pregiato è detto coroniello, che invece è il pezzo della pancia dello stoccafisso però.
Ebbene, da brava napoletana, amante della cucina di mare, il baccalà....nun m' piace! E non l'ho mai mangiato, neanche a Natale, nonostante io ami molto le tradizioni, specialmente quando si tratta di mangiare.
Dove non sono arrivate le tradizioni, incredibilmente, è arrivato l'MTC, ed io non solo l'ho cucinato il baccalà, me lo sono pure mangiato .
Ma l'esito di questo incontro ravvicinato del terzo tipo ve lo svelerò alla fine del post. Ora parliamo della ricetta di questo mese che ha visto come vincitrice Cristina, che nel suo bellissimo post descrive vita, morte e miracoli del Baccalà alla Livornese, meglio di un libro di storia.
Come dicevo, non mi piace il baccalà, ma questo gioco perverso ti entra nella mente e tu non vedi più le cose con lucidità e sei costretta a cucinare, perchè l'importante è mettersi in gioco, soprattutto affrontando le proprie debolezze e quindi.....
In principio era il Baccalà alla Livornese.....
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