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Da bambina, ricordo, che ogni Natale si ripeteva la stessa storia.
Mia nonna passava 2 giorni a preparare la Minestra Maritata e alla fine la mangiavano in 4.
E noi nipoti, ai quali sistematicamente veniva proposto dia ssaggiare la brodaglia verde non meglio identificata, a ripeterle "ma chi t' 'o fa fá?".
La risposta era sempre la stessa "E' tradizione!".
Dopo diversi anni, da adulta, a quella stessa proposta che mi veniva ripetuta ogni anno a Natale, finalmente ho detto si e l'ho assaggiata.
Mi ricordo ancora che dissi alla nonna "che stupida sono stata in tutti questi anni a non assaggiarla" e poi ancora "La rifai l'anno prossimo?".
La sua risposta potete immaginarla..."E' tradizione!".
E allora dovete sapere che quella che mia nonna fa ogni anno a Natale, no matter what, non e la tradizionale minestra maritata, bensí la minestra signorina o Menestella di Natale.
E perché la minestra di mia nonna non si marita? Forse non ha trovato l'amore della sua vita?
Come al solito la risposta non é cosí semplice.
Anticamente, prima dell'avvento dei maccheroni, il popolo napoletano, era solito nutrirsi dei prodotti dell'orto, prodotti economici, poveri, tanto da guadagnarsi il titolo di "Mangiafoglia".
Ma in questa minestra le verdure si maritano con la carne e da qui il nome "maritata".
Ma questo é un matrimonio complicato, perché nella ricetta tradizionale sono presenti almeno sette tipi diversi di verdure e ancora di piú sono i tipi di carne, in primis il maiale ma anche il pollo e il manzo.
Le verdure possono essere scelte tra scarole (o le scarolelle, che a Napoli si trovano solo a Natale proprio per la minestra), biete, verza, broccoli (quelli neri o di Natale), borragine, cicoria e le antichissime torzelle, miscelate insieme a dovere in modo da bilanciare il sapore delle verdure dolci con quelle dal gusto piú amaro.
Ogni verdura va sbollentata poi separatamente e poi riunita per finire la cottura nel brodo di carne, fatto con cotiche, guanciale, piede, tracchie e salsiccie di polmone del maiale, il pollo si usa quasi tutto e la coperta del manzo, piú gli odori (carota, sedano, cipolla).
C'é anche chi vi aggiunge qualche scorza di parmigano. Non stupisce che un altro nome per indicare questo piatto sia Pignato grasso.
Questa versione tradizionale ormai non la fa piú nessuno e la lista degli ingredienti, soprattutto per quanto riguarda la carne, si é molto snellita.
Esistono molte versioni. La minestra signorina, per esempio, prevede l'utilizzo di sole due verdure, le scarole e la cicoria, viene cotta nel brodo di gallina (o di pollo) e il matrimonio con la carne non c'é, al limite si usa qualche cotica. Ed é questa le versione di mia nonna.
Queste sono le basi da cui sono partita per questa seconda zuppa per l'MTC.
In fondo, Vittoria, pensavi mica che non avrei celebrato anche le mie origini in questa gara? No, vero?
La mia ricetta ha, della minestra signorina della nonna, solo il concetto. Sono partita da lí, ho usato verdure locali quelle che mi piacciono, tra cui la rainbow chard che é un tipo di bietola dal gambo colorato che ha dato al mio brodo un bellissimo colore rosso, e il kale, cioé le torzelle o cavolo riccio.
Ho inoltre sostituito la carne con scorze di parmigiano e ho cotto tutto con il brodo di anatra che avevo in congelatore da questa ricetta.
Ho accompagnato infine con gli scagliuozzi, pezzi di polenta lasciata seccare per un giorno e poi fritti.
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